Uno dei precursori del fruttarismo moderno in Italia è Giorgio Fabretti con cui abbiamo una linea comune di collaborazione nella diffusione del fruttarismo. Stimo Giorgio e lo apprezzo per il lavoro e le ricerche che ha fatto, anche se divergo con lui sull’uso dei cereali. Giorgio spiega il suo concetto del fruttarismo qui, ma anche nell’articolo già pubblicato: I frutti come dono della natura . Ci unisce anche il sogno di un mondo migliore, la divulgazione della frutticultura, la Ri-evoluzione naturale e la diffusioni di informazioni per un pianeta ecologicamente più sano. Ecco il suo ultimo lavoro in cui racconta la storia dei suoi primi anni nel fruttarismo , le idee e correnti che lo hanno influenzato , fra cui quella Gandiana che condividiamo anche noi: “Migliorare te stesso in primis se vuoi migliorare il mondo” :
La Rivoluzione Fruttariana
Uno spettro si aggira per il mondo, e si chiama “mangiar sano e naturale”.
È in corso una Quarta Guerra Mondiale, quella dell’avvelenamento da cibo industriale e delle “agromafie”, che secondo fonti statistiche autorevoli ogni anno provoca tanti morti come la Prima Guerra Mondiale : 4 milioni di morti precocemente di diabeti, cirrosi epatiche, tumori gastroesofagei e intestinali, dell’apparato sessuale e ormonali, infarti, ictus, insufficienze cardiocircolatorie e respiratorie, immunodeficienze, direttamente correlabili – secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) – a sostanze nocive commercializzate o inquinanti l’ambiente, che vengono poi ingerite o aspirate con l’alimentazione e la vita quotidiana.
Il cinismo globale di una certa industria, unito alle omissioni colpevoli di una casta burocratica corrotta e incurante della salute dei cittadini, ha trasformato la vita ordinaria di miliardi di lavoratori e persone in una battaglia da Prima Guerra Mondiale, dove per la fretta di lavorare e consumare in un ambiente inefficiente, ci si getta ogni mattina nelle trincee dei supermercati o del traffico, dove non si può scegliere che tra confezioni e marche equivalenti, tutte contenenti sostanze nocive, tossiche, inquinanti, coloranti, conservanti, sapidanti, ecc.
Di reale e genuino è rimasto ben poco. Nella macchina tritacarne dell’urbanesimo coatto, si è migliorata la velocità dei servizi e una certa estetica superficiale dei consumi; ma è stata mantenuta con martellanti e costose campagne di un marketing aggressivo pagato come sovrapprezzo da quei poveri che poi soffrono e muoiono di quei pochi consumi tossici e strapagati, che gli hanno fatto acquistare per colori e sapori falsi.
Secondo il Rapporto Eurispes presentato qualche giorno fa con Coldiretti e L’Associazione contro le Agromafie presieduta dal Giudice Caselli, secondo il Prof. Sabino Cassese ex della Corte Costituzionale, nel campo alimentare la criminalità organizzata e la grande industria del cibo, di fatto attuano gli stessi crimini contro l’umanità, causati da una legislazione carente in materia di tutela della salute di persone e ambiente.
Tutti ministri interessati, la magistratura, gli organi di vigilanza e repressione come Carabinieri, Polizia, Finanza , ecc., erano rappresentati al completo, per dichiarare la propria impotenza, per assenza di leggi e figure di reato che difendano la salute del cittadino.
Siamo in una situazione rivoluzionaria da decenni, come all’alba della Rivoluzione Francese; è come se a un popolo che chiede oggi cibi sani, una contemporanea Regina Antonietta rispondesse di andare al discount o al fast food a ingoiare merendine, accertate cancerogene. La Regina verrebbe ghigliottinata.
Quando nel movimento del 1968 i giovani contestavano il Sistema, uno di loro si mise in testa che il Comunismo e la Lotta di Classe era stato fuorviato da Mezzi di Marketing e Distrazione di Massa, dalla rivendicazione giusta di Beni Comuni come Salute/Ambiente/Natura, verso mere rivendicazioni salariali.
Queste di fatto finivano in un inutile incremento di consumi tossici e inquinanti. Era come se Rotschild (Nestlé) Agnelli (Fiat), Berlinguer (Pci) e Lama (Cgil), fossero uniti di fatto nella lotta alla salute dei poveri, essendo questi ignari e deviati sui binari morti di rivendicazioni autolesioniste.
I programmi politici di Sinistra e Destra si equivalevano nel saccheggio della Salute e dell’Ambiente, perché deviavano l’attenzione, dalla salute alla mera quantità di consumi a basso costo, perché prodotti fuorilegge senza obblighi di igiene e sostenibilità fisiologica e ambientale.
Quel giovane studiava da antropologo le moderne scoperte della genetica, e ritenne che una vera rivoluzione non dovesse concentrarsi sull’esproprio leninista di semplici ricchi, perché questa sceneggiata nascondeva i veri sfruttatori dei beni comuni naturali, e non distingueva quelli che fingendosi compiacenti verso i vizi indotti dai media, sfruttavano masse di consumatori con prodotti a basso costo produttivo, ma tossici e inquinanti.
L’equilibrio stesso tra Uomo e Natura alla base della Civiltà, veniva destrutturato da un Sociale finto e deviato verso un’estetica “fast&cheap”, di fatto espropriativa della salute dei poveri. Il Comunismo e il Socialismo si erano ridotti a “regimi fondati su un’inutile Invidia.
Studiando la Storia Naturale dell’Homo Sapiens, quel giovane assistente universitario di Antropologia, che collaborava anche con il Comitato Scientifico dell’Associazione Vegetariana Italiana (AVI), insieme al Prof. Armando D’Elia in Via Collina 48 a Roma, rifondò nel 1972 il Fruttarismo di Gandhi su basi scientifiche oltre che etiche, rinnovandolo radicalmente come Frugivorismo Scientifico.
Questo da zero seguaci oggi conta 4 milioni di simpatizzanti in Italia e oltre 100 nel mondo, secondo popolari fonti televisive (Geo, Voyager, Uno Mattina, ecc.), dove il Prof. Fabretti negli anni è stato invitato a illustrare questa rivoluzione in corso, proprio perché sempre più popolare, e anticipatrice dell’alimentazione mondiale del futuro.
In ognuna di questi confronti mediatici emergeva che tutti i movimenti per un cibo etico e sano, come vegetariani e vegan, si autodichiaravano semplici “transizioni” verso la Via Fruttariana, intesa come Frugivorismo Scientifico Globale, privo di ogni settarismo ed estremismo, ma privo anche di atteggiamenti radical chic, modaioli, o psichiatrici anoressici e autocolpevolizzanti.
L’idea di base del Fabretti non era nuova. Più di 70 anni prima, a fine 1800, un gruppo di medici e attivisti comprendenti Gandhi, avevano fondato a Londra una “società fruttariana” con fini etici, oltre il vegetarismo, per un armonia globale fondata su un’attitudine frugivora umana. Quegli attivisti avevano illustri antenati nel vegetarismo Hindu e della Genesi Biblica, oltre che in una tradizione cristiana che andava dai digiuni di Gesù, lungo la patristica, con esempi come San Francesco di Paola, San Gerolamo, San Francesco. Ma in tutte le religioni erano presenti prescrizioni e pratiche orientate a un igiene alimentare che limitasse i consumi di carne, ma anche di vegetali che alterassero l’equilibrio fisiologico della persona e dell’ambiente animale e vegetale.
Fabretti aggiunse la scoperta neo-darwiniana della originaria natura “arboricola e frugivora” degli ominidi evolutisi nell’Homo Sapiens, il cui Dna ed i suoi organi restavano fissati per un’alimentazione ottimale frugivora, anche se flessibile verso l’omnivoro per ragioni di sopravvivenza o pigrizia. Occhi, denti, intestino, mani, enzimi, ecc. tutto testimoniava materialmente la costituzione ancora frugivora dell’Homo Sapiens, nonostante le abitudini omnivore storiche.
Seguendo principi e metodi strettamente empirici, sperimentali e scientifici, il Prof. Fabretti scoprì che la Rivoluzione del 1968, quella cantata da John Lennon in “Imagine” o gridata dai Rolling Stones in “Satisfaction”, poteva ottenere i migliori risultati concentrandosi sulla via teorica e pratica di leggi di natura fisiologiche, che erano state occultate od omesse da una casta di capitalisti e socialisti, finti compiacenti e di fatto deviatori dell’opinione pubblica dai problemi della salute verso i falsi divertimenti e le droghe.
Dal 1972 è trascorso quasi mezzo secolo. Il Prof. Fabretti è ancora vivo e la Rivoluzione del Frugivorismo Scientifico è in pieno corso ed in costante diffusione in tutto il mondo. È un movimento senza partiti o fazioni, perché è fondato sulla natura e quindi su naturalezza e spontaneità.
Tutte le sperimentazioni strane di fruttariani alla fine si dissolvono o riconducono ai principi etici del Frugivorismo Scientifico, perché non esiste un’armonia tra Uomo e Ambiente che non rispetti le leggi di natura, che si studiano con il metodo sperimentale.
Tutti gli eccessi ideologici, settari, fantasiosi, espiatori, modaioli, finiscono sempre con il rivelarsi temporanei, fittizi, e svaniscono come le fantasie di fronte alla realtà e all’intelligenza obesta e severa.
Il principio del Frugivorismo Scientifico è semplicissimo e spontaneo. Si fonda sul mangiare ciò che le piante donano spontaneamente per riprodursi, ovvero quelli che botanicamente si chiamano “frutti”, e che comprendono la frutta degli alberi ma anche i frutti dell’orto, ma anche tutti i semi di frutti con o senza polpa.
I Fruttariani per la vita non sono riducibili alle brevi pratiche “polpariane”, che si riducono al mesocarpo di frutti dolci come le mele. Inoltre lo studio del Dna cone orologio, e dei cicli ormonali del suo organismo, hanno spinto il Frugivorismo Scientifico verso una crono-alimentazione.
La pratica quotidiana del Fruttarismo è semplice: da 1 a 2kg. di un solo tipo diverso di frutta biologica di stagione ogni mattina al risveglio; da 1 a 2kg. di minestra di cereali, legumi e frutti biologici di stagione non dolci a pranzo; da 1 a 2kg. di insalata di frutti biologici di stagione non dolci, comprensivi di condimento con semi grassi biologici di stagione da 50 a 100gr. ed eventuali integratori naturali di B12 o altri micronutrienti prescritti per i singoli organismi e le possibili carenze o malattie in corso di terapia o prevenzione.
Nell’insieme è così garantito ogni apporto nutrizionale per ogni fase delle 24 ore ed i relativi ritmi circadiani ormonali, assimilativi e metabolici. Vi è sufficiente apporto di liquidi, minerali, vitamine, di grassi, proteine, carboidrati. Gli eventuali integratori prescritti da fonte animale, dovrebbero seguire la stessa semplice logica etica fruttariana, ovvero di essere doni di madri o animali liberi, e non cruenti, ovvero non estorti con tortura o reclusione di esseri viventi.
La sopravvivenza degli umani si ottiene ordinariamente contenendo il consumo di proteine animali al di sotto del 2% delle calorie assunte quotidianamente, e dell’1% della quantità dei cibi misurati in peso.
Queste misure sono il frutto di milioni di anni di selezione naturale, in cui la condizione frugivora arboricola era naturalmente integrata da insetti, microrganismi o batteri presenti nei frutti, che apportavano B12 e altri micronutrienti animali senza un’attitudine predatoria od assassina, ma semplicemente un’incapacità di riconoscere o escludere le forme di vita animale minuscola, che competevano con il frugivorismo umano.
In tal senso, la sopravvivenza umana, non ha mai escluso al 100% l’alimentazione di origine animale, pur non includendola nell’attitudine consapevole. Si mangiavano frutti anche fermentati o con vermi od insetti od uova, senza che ciò comportasse forme intenzionali di crudeltà. Ciò ha portato a capire che il fondamento scientifico e naturale del Fruttarismo è “culturale” al contempo, secondo una attitudine umana che permane nell’uomo di oggi, che va riscoperta, e che nella sua misura realistica e approssimativa, come tutti i fenomeni naturali, garantisce un equilibrio tra etica e natura.
Quest’ultima si internalizza nel codice del Dna in modo ottimizzato, che ottimizza le istruzioni fisiologiche, comportamentali, coscienziali ed etiche umane, che hanno il fine di proseguire nel sociale e nell’ambientale anche tecnologico, quell’equilibrio selezionato nei millenni e fissato nel Dna umano.
Il Fruttarismo, come dice la parola, è dunque tendenziale, di misura e non assoluto. Non esclude apporto animale nell’alimentazione, se non quello intenzionale macroscopico.
Diventa Frugivorismo assoluto solo con espedienti tecnologici recenti, come la sintesi naturale della B12, che vanno a porre rimedio alla nuova consapevolezza della vita microscopica, precedentemente fonte di nutrimento pur senza volontaria predazione di altre forme di vita.
Non va dunque confuso il Fruttarismo culturale con il Frugivorismo tecnologico, la cui pratica iper-accurata non colpevolizza chi non è consapevole, e che quindi non altera l’equilibrio globale proposto dai fruttariani, mantenendosi nelle percentuali minime di nutrienti animali o vegetali viventi sopra indicate.
In sostanza, con un criterio etico culturale di rispetto di animali e piante, i fruttariani implementano automaticamente, nei modi di natura, quell’equilibrio globale cui tendono i principi fruttariani generali e purtuttavia efficaci, da non ridurre colpevolisticamente a pratiche minute tecnologiche, auspicabili e coerenti, ma non essenziali.
In altre parole, il meglio è talvolta nemico del bene, quando ad esempio si criticano settariamente pratiche fruttariane non al 100%, scoraggiandone la diffusione, e statisticamente nuocendo al risultato finale di un ordine armonico complessivo, che si raggiunge virtuosamente con i grandi numeri tendenziali, e non solo con esempi di perfezione.
I modelli virtuosi infatti si affermano anche con meccanismi contagiosi, con curve di diffusione crescenti in virtù della diffusione stessa, che quindi si afferma con l’incoraggiamento di pratiche parziali purché chiare nei principi e negli obiettivi.
Per questi principi scientifici, la Rivoluzione Fruttariana si è espansa dall’etica originaria, al settore della salute individuale e della prevenzione delle costosissime malattie sociali e dei danni ambientali strutturali.
Il Fruttarismo è diventato un modo per combattere gli sprechi di terra, acqua e cibi, e quindi razionalizzare le risorse in chiave di sostenibilità, risparmio ambientale, e soprattutto di lotta alla fame e alla povertà.
Un ettaro coltivato in modo fruttariani, può sostenere oltre 400 alberi da frutto piantati a 5 metri l’uno dall’altro, con filari intermedi di altri frutti, ortaggi o baccelli, per dare un nutrimento da 10 a 20 volte multiplo dello stesso ettaro destinato ad allevamento di animali.
Le piante si rigenerano ed alternano, così che le potenzialità vitali del pianeta aumentano e diminuiscono la conflittualità umana eccitata dalla scarsità, che è la maggiore fonte di sofferenze, aggressioni, guerre, genocidi, morti innocenti, al punto di pensare che l’Homo non uscirà mai dalla sua natura violenta.
La Rivoluzione Fruttariana è l’ultima spiaggia, prima che si diffonda la convinzione di dover modificare geneticamente l’Homo Sapiens, per togliergli ingegneristicamente il gene dell’aggressività verso i viventi, o dell’espansione dissennata a spese dell’ambiente.
Sappiamo quale tunnel di mostruosi fallimenti bioetici tale convinzione potrebbe provocare se tradotta come già iniziato, in mutazioni genetiche che estinguano un Homo Sapiens tutto sommato collaudato dalla Natura, in un Homo Mutans partorito dai fallimenti e dalle nevrotiche ed autoreferenziali compensazioni di un Homo Sapiens che ha ormai dimostrato di non poter controllare gli effetti collaterali distruttivi della propria inventività tecnologica.
La Rivoluzione Fruttariana rappresenta il rimedio naturale ai mali di un Homo Sapiens presuntuoso ed eccessivo, da contrastare con naturalezza e moderazione, poiché sono interventi geneticamente e ambientalmente sostenibili, senza rischiare il rigetto di impianti o mutazioni bioniche.
Gli innesti di cultura fruttariana nella civiltà contemporanea sono ‘autotrapianti’ dalla stessa natura arboricola e frugivora umana, e come tali abbattono i rischi che le novità incontrino una reazione immunitaria che le percepisca cone corpi estranei.
Questa ‘compatibilità’ è l’Uovo di Colombo scoperto dal Prof. Fabretti tanti anni fa e mai smentito dai fatti.
Il riformismo per il progresso deve fondarsi su elementi naturali esistenti, seppure dimenticati, affinché abbia successo nel tempo, ed effettivamente cambi in modo profondo la civiltà.
Come la Rivoluzione tecnologica del fuoco, dell’agricoltura o della ruota, hanno portato miglioramenti definitivi e mai regrediti, così la consapevolezza e la pratica del Frugivorismo scientifico globale porterà miglioramenti da cui l’uomo non tornerà più indietro.
Non si pensi, in conclusione, che abbiamo esagerato nel dare importanza al Fruttarismo, perché questi miglioramenti definitivi sono anche piccoli, ma non per questo meno definitivi.
Si pensi alla rivoluzione copernicana, al microscopio, agli antibiotici, ma anche al computer, o alle semplici rotelle nelle valige, per decenni sottovalutate ed oggi dilagate, come i navigatori sugli Smartphone.
Il Fruttarismo dilagherà perché non è una rivoluzione ideologica come il Comunismo, che è durato solo 70 anni con stragi e rigetti inenarrabili.
Quando il giovane studioso Fabretti uscì da un 1968 che degenerava verso il Settarismo e il Terrorismo, dopo aver visto da dentro la falsità della Guerra del Vietnam, comprese la massima gandiana e di tante religioni, per cui si deve migliorare il mondo cominciando a cambiare noi stessi come vorremmo migliorarlo.
La Rivoluzione Fruttariana funziona anche perché è modesta, e comincia dalla pratica su sé stessi per star meglio o perdere peso.
Dopo, provoca tali cambiamenti interiori da far capire come tutto sia connesso, e come certi modelli e pratiche individuali possano avere effetti diffusivi inflazionari, dare l’esempio e migliorare il mondo nei fatti.
La ragione è che gli universi sono frattali con forme analoghe piccole e grandi. E quando si modifica un modello, anche piccolo, possono modificarsi epidemicamente tutti gli agglomerati analoghi, anche grandi, che vanno a formare il ciclo dei mondi che si rigenerano incessantemente.
Iniziamo domani, eliminando ogni derivato del latte ed ogni zucchero non di frutta dalla nostra alimentazione. Poi sostituiamo la colazione con cappuccino e cornetto con pura frutta di stagione.
Intanto subito vedremo una maggiore resistenza a raffreddamenti ed influenze. Quindi capiremo quanto possiamo fare da soli.
Usciremo dal senso di impotenza che ci rende irritabili ed egoisti. Scopriremo che un mondo di noi stessi può tornare dalla pubblicità nelle nostre mani e nei nostri interessi, risparmiandoci spese, sprechi e malattie evitabili.
Infine esploreremo l’alimentazione fruttariana che ci porterà ad essere curiosi dell’ambiente, delle sue leggi, e quindi a difenderlo.
Infine ancora assumeremo attitudini meno conflittuali di principio e più concrete scientifiche.
Litigheremo meno inutilmente con il prossimo e persino in condominio.
Cercheremo sempre un punto più pratico, fidandoci di meno di impressioni, opinioni spesso indotte da luoghi comuni manipolati.
Ci sentiremo più partecipi, cittadini, democratici, e quindi meno tolleranti verso corruzione e mafie.
Questo infine non piacerà a qualche interesse costituito.
Ma per questo abbiamo definito il Fruttarismo un movimento rivoluzionario.
Non abbiamo esagerato. Anzi abbiamo moderato. Tutto all’insegna di una moderazione spontanea, vincente, naturale.
Se vedete lo spettro del mangiar sano e naturale aggirarsi intorno a voi, lasciatelo entrare nella vostra casa e nella vostra vita.
Siete tutti frutti del Dna. Frutti di tutto il mondo, unitevi riconoscendovi come tali nel mutuo rispetto e con doni reciproci.
L’ambiente del pianeta diventerà più confortevole e favorevole alla vita.
In ultima analisi, la Rivoluzione Fruttariana è un tentativo di Ri-Evoluzione, fatta con i Memi anziché con Geni, con la Cultura della Natura, anziché con una dolorosa Natura Selvaggia.
La natura si addomestica se prima addomestichiamo la bestia umana.