Il giorno che morirò ….

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Farfalla
La farfalla simbolo di trasformazione e rinascita

Questo articolo nasce da alcune personali considerazioni che mi hanno portato a domandare:

“E se per una qualsiasi ragione il mio corpo terminasse il suo ciclo vitale oggi , o domani?”

E mi sono venuti in mente i commenti di “alcuni” che strumentalizzano le morti “anzitempo” di personaggi  impegnati nella divulgazione della vita salutare e questo purtroppo avviene quasi sempre in modo superficiale, mal-comprendendo questo passaggio dimensionale chiamato morte e tutte le sue molteplici motivazioni.

Mi sono sentito in dovere di approfondire, analizzare e valutare quello che ho sentito durante queste mie riflessioni, cercando  una spiegazione chiara alle domande che sorgono quando qualcuno che segue la via del benessere muore improvvisamente. E anche magari per dare una risposta a chi ne avrà bisogno quando sarò io a lasciare con questo corpo il pianeta terra, sia che accada domani che fra 5,10,20 o 30, 50 anni.

Personalmente credo che una volta completata la nostra “missione” terrena il nostro spirito lasci il corpo e non è detto che questo cammino debba essere lungo, potrebbe anche terminare prima del tempo previsto!      Quindi c’è la possibilità che una persona che abbia esaurito la propria esperienza materiale si ritrovi le porte aperte per uscire da questo piano di livello materiale  in qualsiasi modo avvenga, escludendo ovviamente il suicidio.

Tutti moriamo in questo angolo di universo e  si può morire per tantissime ragioni, ma credo e tengo a precisare che:

1)La buona salute e il benessere non  dipendono solo da alimentazione, ma anche da altri fattori , fra cui l’aspetto “mentale” dallo stress che colpisce l’individuo in organi bersaglio particolari fino a consumarli completamente, e in modo  indipendente da cosa e come si mangia (comunque importantissimi).;

2)Lo spirito è eterno ma l’immortalità fisica sul pianeta terra è tutt’altra cosa e al momento non è prevista dalle leggi universali, qui e con questi corpi.

Quindi riassumo dicendo che del fenomeno chiamato “morte” in generale mi riferisco sopratutto a quella fisica; e sulla morte di amici e personaggi più o meno famosi sulla strada della salute, dell’alimentazione sana, del crudismo, del fruttalianesimo o fruttarismo puro mi rifaccio al punto 1 sopracitato evitando di dare forza a qualsiasi strumentalizzazione. Difficile giudicare a fondo qualcuno, specie quando non lo si conosce bene, oppure come nel caso degli “ipercritici”si estrapolano superficialmente su di lui solo alcuni fatti od aspetti di tutto il suo “operato” della sua vita terrena.

Quindi nel caso delle morti “premature” di personaggi del mondo del benessere:… approfondite le conoscenze e non siate superficiali, quando vedete qualcosa che apparentemente non comprendete o che vi stupisce, ma cercate di andare a fondo, capire meglio, il vero background della persona,  oppure astenetevi dal commentare.   Qui parlo anche un poco di me  e certo, qualcuno penserà che scrivere e parlare di morte non è carino, non “porta bene”, ma dipende sostanzialmente da quale visione si ha della morte e di come ci si rapporta ad essa. Per me è un passaggio dimensionale, un cambio di frequenze, un modo diverso di vivere la propria esistenza e la propria evoluzione. E so che quando me ne andrò da qui, avrò semplicemente cambiato frequenze vibratorie, ma l’essenza di ciò che ho fatto, la porterò via con me, e mi aiuterà nelle esperienze future.

Spesso non comprendiamo a fondo il fenomeno della “morte” e quando se ne va qualcuno a noi caro, che ci è stato particolarmente vicino, ci dispiace molto e soffriamo pensando e credendo che non lo rivedremo più, che abbiamo perso un occasione per fare o dire delle cose o di vivere ancora esperienze assieme, ma questo succede solo perché la nostra visione spirituale purtroppo è ancora molto limitata.

Quando mi capita di pensarci mi dico che non sono pronto e che non è il mio momento, che forse ancora non ho completato la mia missione; però poi penso pure che chissà, in fondo non si è mai pronti quando giunge all’improvviso la morte.

Pochi sono coloro che prevedono il futuro e che sanno per tempo quando moriranno ma una cosa è certa,  i corpi che abbiamo in dotazione su questo pianeta non sono eterni e l’importante è sapere ed essere coscienti che la morte dipende, oltre che da fattori esterni, da tanti altri di cui siamo responsabili e che spesso finiscono letteralmente per “avvelenarci”: il clima e l’ambiente in cui viviamo (spesso “inquinati”), i cibi errati che creano acidità e tutti quei residui acidi nel corpo che ancora non siamo riusciti ad eliminare completamente, e per finire più in generale come viene trattato il nostro organismo.

Non è con poche righe che si può esaurire l’argomento, ma ci tenevo a donare la mia personale visione su questo viaggio così misterioso per molti e temibile per altri.

Una cosa che credo è che probabilmente non è la morte ad essere temuta, quanto il dolore provocato da essa. Questo è il vero timore!

Quindi, qualsiasi cosa possa creare il nostro passaggio dimensionale, dobbiamo imparare a comprendere che è per un motivo e che se anche adesso non ci è chiaro, prima o poi lo sarà.

Vi lascio consigliandovi  il film che illustra il “passaggio” e racconta la vita, oltre la vita , il film si chiama “Nosso Lar”  (la nostra dimora”) qui un trailer :

Ma anche molto bello il film Al di là dei sogni con Robin Williams :

 


Macrolibrarsi
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Raw Food

2 COMMENTI

  1. Complimenti per l’articolo, molto profondo.
    Anch’io non credo che la buona salute sia il frutto della corretta alimentazione ma dipenda da un insieme di fattori emotivi e mentali. Mi sembra piuttosto limitato ridurre l’essere umano al solo corpo curando solo l’alimentazione, magari diventando crudisti o fruttariani e pensando di essere “arrivati” rispetto agli altri… Il cammino evolutivo comprende anche un percorso di consapevolezza, di sentire e vivere completamente chi siamo e cosa siamo venuti a fare su questa terra. Spesso alcune malattie nascono proprio dagli intoppi e dai conflitti che si creano tra la personalità e l’anima. La prima ci spinge verso il basso, le abitudini, la materia e la seconda vorrebbe manifestarsi pienamente attraverso il nostro veicolo, il corpo.

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