Frutta, il cibo degli dei
La frutta, per i suoi principi nutritivi, completi, armonici e bilanciati, risulta essere il cibo elettivo per l’essere umano, il più puro e il più adatto al sostentamento della mente e del corpo dell’uomo; il cibo per cui, secondo la legge del minimo dispendio energetico e digestivo, risulta essere il più appropriato alla specie umana, strutturata morfologicamente, anatomicamente e biologicamente per raccogliere e mangiare la frutta. L’anatomia comparata conferma che la dentatura umana, lo stomaco, i succhi gastrici digestivi, il canale intestinale ecc. dimostrano, senza ombra di dubbio, che l’essere umano è stato strutturato per nutrirsi quasi esclusivamente di frutta.
Anticamente la frutta è stata ritenuta un cibo quasi sacrale, specialmente le scritture religiose sono piene di racconti e parabole nei quali la frutta è considerata simbolo di ricchezza, abbondanza, salute e buona sorte: le cornucopie traboccavano di frutta. Stando alla Bibbia l’uomo era destinato ad essere giardiniere, coltivatore non allevatore e quando dimenticò la sua missione si svilupparono le malattie e la morte precoce. La frutta è stata considerata il cibo più ambito dall’uomo al punto da essere simbolicamente la causa della cacciata dal paradiso terrestre. Maometto amava talmente mangiare i fichi da desiderare di portarli con se in paradiso. Anche nell’antico Egitto specialmente l’uva veniva ritenuta in grande considerazione. I pagani consacravano l’ulivo a Minerva, il dattero alle Muse, il fico e l’uva a Bacco, per ottenere la loro protezione.
Tutte le piante producono frutti di qualche tipo; sul pianeta vi siano circa 300 mila differenti tipi di frutta, anche se solo una piccola parte di questa è commestibile per l’uomo: quella uiellaqudolce, succosa, profumata e attraente alla vista. La frutta è la parte commestibile delle piante come risultato dei fiori impollinati, mentre i legumi e i semi in genere non posseggono un involucro commestibile. La dolce e succosa polpa prodotta dalla pianta è in sostanza una riserva di cibo per il seme finché questo non trova le condizioni per germinare. Nutrendosi di frutta l’uomo non nuoce neppure alla pianta, (anche la pianta soffre se strappata) anzi dopo aver mangiato un frutto (la pesca, l’albicocca, la nespola ecc.) l’uomo getta il seme in un terreno lontano dal fusto dove i semi caduti non potrebbero germogliare, contribuendo alla propagazione della specie.
La frutta può essere suddivisa in 4 gruppi fondamentali: A (frutta sugosa); B (noci, mandorle ecc.); C (cereali); D (legumi). Il gruppo A costituisce la parte carnosa che avvolge il seme della parte B. Questi due gruppi costituiscono il nostro vero nutrimento perché possono essere consumati direttamente, allo stato naturale, cioè crudi, mentre gli alimenti che costituiscono il gruppo C e D devono essere in qualche modo preparati. Quest’ultimi due gruppi in realtà sono dei sostituti utilizzati dall’uomo fin dall’antichità principalmente quando la frutta fresca non era più disponibile per fattori climatici. In realtà è più un bisogno di varietà che di vere necessità nutrizionali che gli umani ricorrono al consumo dei gruppi C e D. Nella frutta del gruppo A è contenuto tutto ciò di cui ha bisogno il nostro organismo per riparare e mantenere i propri tessuti e le funzioni vitali in ottimo stato perché fornisce all’organismo energia sotto forma di zuccheri e nel contempo lo ripulisce dai rifiuti accumulati. I frutti del gruppo B, anche se non necessari, sono utili perché aiutano il corpo ad incamerare energia sotto forma di grassi.
Gli enzimi sono sinonimo di vita ed essi nella frutta fresca e matura sono nella loro massimo espressione. Ogni alimento allo stato crudo contiene enzimi che si associano a quelli già presenti nel nostro apparato digerente allo scopo di scomporre gli alimenti per assimilare i nutrienti contenuti.
La frutta contiene: acqua biologica distillata, enzimi, sali minerali organici, ferro non-eme bilanciato e assimilabile, Auxoni o fattori di crescita, proteine in quantità bilanciata e commisurata alle esigenze umane, Omega3 contenenti prostaglandine tipo I e III positive, ormoni capaci di regolarizzare e rallentare l’assorbimento del glucosio nell’intestino, antiossidanti che riducono i radicali liberi e le malattie, prodotti alcalinizzanti barriera contro l’osteoporosi, fibre, bioflavonoidi, molecole, che si trovano esclusivamente nella frutta e nella verdura e svolgono potenti azioni protettive sui vari organi interni del nostro corpo, vitamine A, B1, B2, C, PP. La frutta è altamente purificante, anti-costipante e dimagrante. Inoltre la frutta è priva di grassi saturi. E‘ tanto più ricca di nutrienti quanto più proviene da terreni e climi non contaminati.
La frutta e la verdura coltivata ai margini delle strade ha un maggiore contenuto di piombo rispetto a quella coltivata in piena campagna. In modo particolare le mele hanno, tra l’altro, anche il vantaggio di essere tra la frutta quella più immune allo smog. Ma tutta la frutta ha potere disintossicante. Già alla fine del 1800 Metchnikoff dimostra che attraverso certi enzimi disintossicanti del fegato e di altri organi, si può ottenere un ringiovanimento ed un allungamento della vita. Mentre Kempner suggeriva agli ipertesi di consumare mele e riso, entrambi capaci di assorbire il sodio dalle pareti delle arterie.
Molti frutti della nostra area geografica non richiedono trattamenti chimici e sono naturalmente biologici, come: fico, fico d’india, cachi, nespola, melograno, corbezzolo, frutti di bosco, sorba, fragolina di bosco, azzeruolo, carruba, lampone, giuggiola, gelso, mora, mandarino, clementina, mirtillo.
Le mele meritano una particolare considerazione: sono le più ricche dello zucchero meno pericoloso, il fruttosio, che non determina diabete, né riduzione ormonale. Infatti le mele hanno 6 parti di fruttosio e una parte di glucosio e saccarosio, mentre l’altra frutta ha per lo più uguali quantità tra fruttosio, glucosio e saccarosio. Soltanto uva e ciliegie hanno il 6% di fruttosio, ma anche un’alta carica di glucosio e saccarosio. Le mele hanno il più alto contenuto di pectine rispetto a tutti gli altri frutti, sostanze capaci di ridurre il contenuto batterico intestinale svolgendo un’azione profilattica e curativa contro le artriti. Il vantaggio di contenere un’alta quantità di fruttosio e una scarsa quantità degli altri zuccheri è notevole: gli altri zuccheri favoriscono la formazione di trigliceridi che insieme al colesterolo provocano l’arteriosclerosi; il colesterolo colpisce di più il cuore, il cervello e i reni, mentre i trigliceridi si localizzano principalmente nelle arterie delle gambe e della retina. Il fruttosio passa direttamente dall’intestino al fegato senza produzione di trigliceridi. Le persone che soffrono di grampi notturni dovrebbero sostituire lo zucchero con il fruttosio.
Le mele contengono 16 aminoacidi tra questi due considerati essenziali, la lisina e la treonina, sufficienti alla sintesi proteica, cioè alla crescita dei tessuti e alla riparazione degli stessi. Da notare che l’eccesso proteico comporta un consequenziale aumento di aminoacidi che riducono le prestazioni cerebrali, inducendo una specie di torpore intellettuale con effetti negativi sulla memoria e sulle capacità creative dell’uomo. Inoltre indagini dimostrano che eccessi proteici, oltre ad abbassare il pH del sangue, favoriscono l’insorgenza di vari tipi di tumore. Un tempo si riteneva che fossero 8 gli aminoacidi essenziali, cioè quelli che non sono prodotti dall’organismo e che devono essere introdotti con le dieta, mentre le ultime ricerche dimostrano che sono solo 2 sono realmente essenziali, la treonina e la lisina appunto.
La mela è ricca di polifenoli protettivi, di peptine antisettiche, di potassio. I polifenoli attivano anche un complesso enzimatico presente in tutti i tessuti umani (il P-450) che ha poteri disintossicanti e anticancerogeni, ma soprattutto è un fattore antisenile. Le cavie cui vengono somministrati polifenoli resistono meglio alla fatica. Inoltre, i polifenoli, considerati i veicoli della vitamina C, favoriscono la diuresi, stimolano il cuore, inibiscono il glaucoma, captano il calcio e lo introducono nelle cellule.
Sotto l’influenza del sole gli amidi della frutta si trasformano in zuccheri. Gli zuccheri della frutta sono migliori degli amidi e forniscono la stessa energia, perché richiedono un lavoro digestivo molto minore e con dispendio energetico prossimo allo zero. In sostanza danno il maggior nutrimento con il minor sforzo digestivo. Infatti una considerevole energia viene sperperata per convertire l’amido in zucchero.
La migliore fonte di zucchero per il corpo è la frutta dolce: mele, kaki, fichi, pere, albicocche, pesche, ciliegie, prugne, nespole, meloni, cocomeri, banane, datteri ecc. i cui zuccheri arrivano predigeriti nel nostro intestino, ben bilanciati con le vitamine, i minerali e gli altri fattori nutritivi, in condizione ideali secondo i requisiti digestivi dell’apparato digerente.
Anche se gli umani risultano strutturati per alimentarsi fondamentalmente di frutta, i nostri progenitori per milioni di anni insieme alla frutta, consumata allo stato naturale e in ambienti incontaminati, si nutrivano, anche se in modo limitato, anche bacche, semi e radici. Nel contesto attuale della società industrializzata, ritengo difficile oggigiorno poter vivere per lunghi periodi di sola frutta, anche se biologica e che a questa è necessario aggiungere un giusto quantitativo di semi oleaginosi, radici e verdura consumata cruda.
Franco Libero Manco
Franco scrive che stando alla Bibbia l’uomo era destinato ad essere giardiniere, …………… La frutta è stata considerata il cibo più ambito dall’uomo al punto da essere simbolicamente la causa della cacciata dal paradiso terrestre.
il noto scrittore Sitchin racconta in un capitolo di un suo libro ancora meglio la storia del frutteto, riferendosi ai Sumeri e alla loro visione della creazione del mondo la creazione del’uomo, e dopo la creazione del suo cibo attraverso di esperimenti di alberi da frutti(i piu adatti a lui) e quello fu il suo cibo per molti anni, gli anni più lunghi della sa vita e. Il famoso paradiso era un frutteto dove l’uomo viveva assieme ai suoi creatori.
Il libro in questione dove c’è un accennoo di questo argomento ma anche altro è
“Il Pianeta degli Dei” di Zecharia Sitchin