Sindrome di Caroli: Cure?
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- Iscritto il: 04/05/2019, 21:38
Sindrome di Caroli: Cure?
Premetto che non sono il diretto interessato ma vorrei aiutare un'amica (prossima a dover far uso di dialisi) a causa di questa malattia rara a cui la medicina moderna non ha trovato una cura.
Allego un link sull'argomento per chi vuole approfondire:
https://www.socialstyrelsen.se/ovanliga ... everfibros
Io avrei delle idee e dei suggerimenti ma sono aperto a riceverne di nuovi. Da quel poco che ho capito è un problema che riguarda sia fegato che reni e di conseguenza il sangue "sporco" non viene filtrato come dovrebbe. Ergo credo che una dieta di transizione volta al fruttismo possa senz'altro giovare a chi ha di questi problemi.
Inoltre, dato che alcuni elementi di scarto, tra cui l'ammonia, non vengono smaltiti a dovere, aggiungerei l'assunzione della zeolite (clinoptilolite attivata) che tra le sue proprietà vanta anche quella di assorbire questa ed altre sostanze tossiche.
E per chiudere in bellezza una terapia di vitamina C per via endovenosa con posologia da definire ma comunque molto alta, stimo 500-700mg/kg corporeo ogni 8-12 ore più 10.000mg/dies per via orale (estratto de "vitamina C malattie infettive e tossine" Thomas E. Levy, MD, JD epatite virale, che da ignorante che sono penso sia vicino al problema).
Specifico che non sono un medico e che si tratta di un approccio sperimentale ma sull'analisi di dati oggettivi.
Allego un link sull'argomento per chi vuole approfondire:
https://www.socialstyrelsen.se/ovanliga ... everfibros
Io avrei delle idee e dei suggerimenti ma sono aperto a riceverne di nuovi. Da quel poco che ho capito è un problema che riguarda sia fegato che reni e di conseguenza il sangue "sporco" non viene filtrato come dovrebbe. Ergo credo che una dieta di transizione volta al fruttismo possa senz'altro giovare a chi ha di questi problemi.
Inoltre, dato che alcuni elementi di scarto, tra cui l'ammonia, non vengono smaltiti a dovere, aggiungerei l'assunzione della zeolite (clinoptilolite attivata) che tra le sue proprietà vanta anche quella di assorbire questa ed altre sostanze tossiche.
E per chiudere in bellezza una terapia di vitamina C per via endovenosa con posologia da definire ma comunque molto alta, stimo 500-700mg/kg corporeo ogni 8-12 ore più 10.000mg/dies per via orale (estratto de "vitamina C malattie infettive e tossine" Thomas E. Levy, MD, JD epatite virale, che da ignorante che sono penso sia vicino al problema).
Specifico che non sono un medico e che si tratta di un approccio sperimentale ma sull'analisi di dati oggettivi.
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Re: Sindrome di Caroli: Cure?
A sostegno ulteriore dell'uso di Zeolite CLA® incollo un estratto di un articolo molto esaustivo:
Ione ammonio
Nell'ambito dell'attività di scambio cationico della ZCA particolarmente rilevante risulta quella relativa allo ione ammonio (1,2 - 1,5 mol/Kg) rendendola particolarmente utile per la diminuzione dei livelli ematici di ammoniaca.
L'iperammoniemia derivante da deficienza degli enzimi del ciclo dell'urea o da danni epatici provoca disfunzioni cerebrali severe che comprendono edema cerebrale, convulsioni e coma, nei casi acuti. Valutazioni neurofisiologiche evidenziano che in queste patologie sono presenti caratteristiche alterazioni della morfologia degli astrociti più marcate nei casi di iperammoniemia acuta e di astrocitosi Alzheimer di tipo II in quella cronica. Non avendo il cervello un ciclo dell'urea, attiva la sintesi della glutamina per eliminare l'eccesso di ammoniaca e, l'enzima responsabile glutamina sintetasi, è presente in modo predominante negli astrociti.
L'accumulo di ammoniaca a livello cerebrale comporta una modificazione del flusso sanguigno cerebrale e del metabolismo dalle strutture corticali a quelle subcorticali. Inoltre lo ione ammonio ha una diretta influenza sul sistema di di trasmissione del segnale eccitante/inibente attraverso meccanismi diversi che coinvolgono l'estrusione di cloruri e la funzione dei recettori post-sinaptici.
La terapia applicata nell'iperammoniemia prevede una dieta a basso contenuto proteico con valori tali da non danneggiare la funzionalità muscolare, l'eliminazione dell'ammoniaca dall'intestino mediante l'uso di disaccaridi non assorbibili (lattulosio) o l'uso di antibiotici per diminuire la produzione di ammoniaca a livello intestinale e sono in sperimentazione sostanze in grado di stimolare la sintesi epatica di urea o la sintesi della glutammica a livello muscolare (V. Felipe et all 2002). Da quanto fi n qui esposto risulta evidente la possibilità di utilizzare la ZCA nella terapia dell'iperammoniemia, confermata dalla sua dimostrata capacità nei suini di diminuire drasticamente la quantità di ammoniaca a livello intestinale. Una conferma della sua attività nell'uomo è data dalla sperimentazione effettuata dal Dr. Thoma, precedentemente riportata, che ha evidenziato un netto miglioramento della lucidità e delle capacità cognitive di tutti i soggetti trattati ma in particolare di quelli affetti da patologie cerebrali quali Alzheimer o il morbo di Parkinson.
http://www.erboristeriarcobaleno.com/ze ... zioni.html (consiglio la lettura, molto informativa)
Ione ammonio
Nell'ambito dell'attività di scambio cationico della ZCA particolarmente rilevante risulta quella relativa allo ione ammonio (1,2 - 1,5 mol/Kg) rendendola particolarmente utile per la diminuzione dei livelli ematici di ammoniaca.
L'iperammoniemia derivante da deficienza degli enzimi del ciclo dell'urea o da danni epatici provoca disfunzioni cerebrali severe che comprendono edema cerebrale, convulsioni e coma, nei casi acuti. Valutazioni neurofisiologiche evidenziano che in queste patologie sono presenti caratteristiche alterazioni della morfologia degli astrociti più marcate nei casi di iperammoniemia acuta e di astrocitosi Alzheimer di tipo II in quella cronica. Non avendo il cervello un ciclo dell'urea, attiva la sintesi della glutamina per eliminare l'eccesso di ammoniaca e, l'enzima responsabile glutamina sintetasi, è presente in modo predominante negli astrociti.
L'accumulo di ammoniaca a livello cerebrale comporta una modificazione del flusso sanguigno cerebrale e del metabolismo dalle strutture corticali a quelle subcorticali. Inoltre lo ione ammonio ha una diretta influenza sul sistema di di trasmissione del segnale eccitante/inibente attraverso meccanismi diversi che coinvolgono l'estrusione di cloruri e la funzione dei recettori post-sinaptici.
La terapia applicata nell'iperammoniemia prevede una dieta a basso contenuto proteico con valori tali da non danneggiare la funzionalità muscolare, l'eliminazione dell'ammoniaca dall'intestino mediante l'uso di disaccaridi non assorbibili (lattulosio) o l'uso di antibiotici per diminuire la produzione di ammoniaca a livello intestinale e sono in sperimentazione sostanze in grado di stimolare la sintesi epatica di urea o la sintesi della glutammica a livello muscolare (V. Felipe et all 2002). Da quanto fi n qui esposto risulta evidente la possibilità di utilizzare la ZCA nella terapia dell'iperammoniemia, confermata dalla sua dimostrata capacità nei suini di diminuire drasticamente la quantità di ammoniaca a livello intestinale. Una conferma della sua attività nell'uomo è data dalla sperimentazione effettuata dal Dr. Thoma, precedentemente riportata, che ha evidenziato un netto miglioramento della lucidità e delle capacità cognitive di tutti i soggetti trattati ma in particolare di quelli affetti da patologie cerebrali quali Alzheimer o il morbo di Parkinson.
http://www.erboristeriarcobaleno.com/ze ... zioni.html (consiglio la lettura, molto informativa)