Ho ricevuto via mail un articolo del Prof Giorgio Fabretti, Antropologo della storia e dell’archeologia che ha scritto parte della storia del fruttarismo in Italia. La sua visione del fruttarismo condivisibile o meno è ben descritta in questo articolo:
I frutti come dono della natura
altro articolo che descrive la figura e il pensiero di Giorgio Fabretti è
La Rivoluzione Fruttariana
Credo che ogni visione del fruttarismo sia libera, personale e meritoria di considerazione, quando accompagnata da sana sperimentazione e rispetto delle altre vedute, senza verità assolute sull’adorazione di alcuni frutti o terrorismi demagogici su altri frutti come è il caso del pseudo fruttarismo proposto in Tv da Rai 1 e di cui Giorgio ha scritto il seguente articolo:
Rai1 “Estate in diretta” disinforma sul fruttarismo estremizzandolo
Come la Tv di Stato fa disinformazione sul fruttarismo, dandone una versione estremista surreale.
Su Rai1 il 22 Agosto 2016, alle 18,11 è andato in onda il programma “Estate in diretta” intitolato “Vivere di frutta. Principio sano o integralismo?”, con il conduttore Sottile (sic), il Prof. Calabrese e due talebani melariani travestiti da fruttariani, per animare farsescamente quello che era sin dal titolo programmato come una autoreferenziale domanda/risposta in studio (con ridicoli applausi a comando).
Così si disinformava sul fruttarismo vero, in favore di un non intenzionale ma indiretto supporto dell’industria alimentare inquinante e intossicante, ormai trincerata dietro al “mangiare un po’ di tutto”, prima di essere chiusa da certi ma procrastinabili provvedimenti sanitari.
Insomma uno spettacolo diseducativo, basato su un vecchio volgare espediente retorico di mettere contro un conformista moderato con simpatici surreali provocatori, chiaramente inaccettabili persino a sé stessi, se non come artisti equilibristi concettuali: al secolo Massimiliano Gaetano e Gabriele Ceracchini, involontari autori ed attori teatrali, eredi in 16mo del surrealismo futurista marinettiano, in versione ecologista.
È un modo sbagliato di gestire la tv Servizio Pubblico, per interessi categoriali a scapito della salute pubblica, oppure comunque animarla in modo plebeo, di finta faziosità surreale, per un argomento serissimo di cultura e prevenzione sanitaria.
Si sono così evitati i veri problemi, con il trucco di mettere alla berlina due geniali disoccupati napoletani, in una comica su argomenti purtroppo tragici, come un miliardo di obesi contro un miliardo di malnutriti, in un ambiente ecologico saccheggiato per sprechi diffusi che compromettono persino la salute delle future generazioni (leggi a conferma le fonti ufficiali Nu, Oms, Fao, Ifad, Pam, Kyoto e Parigi, e persino Expo 2015).
Gli autori dei programmi mediatici sono responsabili di chi invitano, di come impostano questi dibattiti, e della serietà di ciò che ne risulta. Chi scrive, Giorgio Fabretti, è stato invitato molte volte come rifondatore del Fruttarismo, a programmi di audience generica come Voyager, Geo, Uno Mattina, ecc., senza mai generare polemiche con nessuno, neppure con le controverse industrie alimentari da lui chiamate in causa, per via del fatto che le sue argomentazioni hanno sempre tenuto presente perlomeno lo stadio storico e culturale in cui si trova la società e le singole persone che vi vivono quotidianamente.
In altre parole in questi dibattiti si tratta di fare presente l’utilità epocale e rivoluzionaria del ritorno graduale ad un’alimentazione frugale e frugivora, tenendo sempre presente che la propria logica sia sincrona con natura e genetica ma ancora di nicchia emergente, per cui si deve restare al passo con i tempi e con una vasta audience, per essere efficaci il più velocemente possibile. È cioè il percorso di tutte le evoluzioni/rivoluzioni vere, che sono destinate ad accadere, ma nel reale, e non solo nelle geometrie mentali di qualche geniale o velleitario precursore.
Insomma “mangiare fruttariano” dovrebbe avvenire senza dogmi o religioni; dovrebbe essere monitorato come “star meglio” rispetto ad una intossicazione patologica diffusa, e con memi culturali inflazionari basati su sentimenti e logiche semplici sincroniche epidemiche diffusive. Una di queste è riassunta nel motto fruttariano “Salus per dona frugi fructus” (“Salute fisica e mentale attraverso i doni delle piante di frutti frugali”).
La formula riassume in modo applicativo quotidiano, facile e generale, criteri e temi salutistici. Frutti sono tutti i doni non cruenti delle piante finalizzati alla loro riproduzione. È sintesi di temi culturali, etici, ambientali, sociali, ecc. Ma soprattutto rassicura i delicati timori alimentari ufficiali: le tabelle del Prof. Giorgio Calabrese. È la tecnica delle evoluzioni/rivoluzioni che accadono velocemente e senza troppi contrasti, come quella gandhiana, perché maturano come i frutti.
Oggi l’industria alimentare delle carni, delle merendine, del fast food, dei conservanti e coloranti è in crisi, e le sue imprese inquinanti cadono come birilli quando non si convertono per tempo. Ma tutto ciò non accade per un presuntuoso messaggio di un teorico fruttariano, chiaramente solo privilegiato specchietto del flusso dei tempi. Accade per una logica relazionale tra “Dna egoista” e “Natura selvaggia”, entrambi poco riguardosi verso gli eccessi autoreferenziali umani, per potenti, industriali e finanziari che siano.
Ogni serietà invece scompare invitando al dibattito televisivo una fonte semiufficiale come il Prof. Calabrese, contrapposto a due eccentrici “melariani respirariani travestiti da fruttariani”, che stanno al gioco di apparire “fruttariani estremisti integralisti”, mentre sono solo interessanti e provocatori artisti concettuali (come dimostra il loro volume-testo 3m di innumerevoli pagine, gratis sul web, in cui si esercitano immaginosamente su una novella pseudoscientifica “Società Naturale” della “Età dell’Oro respirariana”, nella millenaria tradizione arcadica, che va da Teocrito a Virgilio, da Sannazaro a all’Accademia dell’Arcadia, dall’Era della Ragione giacobina al Sol dell’Avvenire maoista, dalla Muratoria occhiuta al “Novus ordo seclorum” dello stemma Usa e del suo Dollaro. A questi respirariani occasionali travestiti da mistici andrebbe proposto un sigillo fisiologico dell’ano, con l’invito a ripresentarsi dopo un mese per controllare il sigillo intatto.
Come voleva il burattinaio televisivo, i battimani del pubblico a comando, hanno fatto vincere un in/animato dibattito sul filo dell’espediente farsesco, al rappresentante del “mangiare di tutto con moderazione” (schifezze industriali comprese), per assoluta impossibilità di chiunque di aderire alle ipotesi logiche autoreferenziali e del tutto fuori tempo di due strani talebani ammaestrati, stile cinquantenni molto conservati e sciolti alla Raul Bova, “un po’ radical chic, ma molto fichi”. Detto ‘en passant’ di melariani non occasionali e per la vita, non si ha notizia verificata clinicamente.
I due improbabili melariani fulltime 3D, concludono citando una loro divertentissima opera d’arte concettuale “un sacco alla moda”, una favola ‘nature’ come le ricette che propone, ma tutta tesa, nella morale finale di 100 pagine di 606 (gratuite sul web), a consigliare all’intera umanità di smettere di mangiare, di vivere solo respirando poco, e diventare eterna. È una riedizione dei fachiri indiani. Ma da noi sarebbero indagati di reato per plagio se solo un minorenne anoressico li seguisse.
Il libro melariano, è una sublimazione teorica dell’odio generalizzato verso l’altro che, in questa epoca di massima confusione e transizione, và alla grande. I due talebani melariani sono alla moda come i terroristi, perché come loro lavorano sul tema “Muoia Sansone con tutti i Filistei”, ma non hanno bisogno di cinture esplosive, perché essendo colti italiani, fanno esplodere un libro infarcito di boutade sublimate, che fanno disinformazione in perfetto duetto con il rappresentante dell’alimentazione ufficiale.
Ciò premesso, chi scrive, da Assistente Docente di Antropologia Culturale all’Istituto di Sociologia dell’Università Sapienza di Roma, ha rifondato su basi scientifiche nel 1972 il “Fruttarismo Gandiano”, tenendo seminari presso la sede dell’Associazione Vegetariana a Roma (AVI, l’unica nazionale all’epoca), in Via Collina 48, avendo come seguace il padrone di casa Prof. Armando D’Elia, Presidente del Comitato Scientifico dell’AVI, che lo introduceva ad ogni conferenza e gli scrisse la prefazione al primo, allora unico testo organico mondiale, sulla teoria e pratica del Fruttarismo come recupero scientifico dell’attitudine antropologica al frugivorismo, ovvero un’ipotesi sul codice Dna umano come autocorrettore di una propria espansione (tecnologica, ambientale, eco-insostenibile) eccessiva ed a rischio di estinzione o cruenta mutazione.
Perciò sono fiorite decine di associazioni più o meno fruttariane, e i simpatizzanti sono passati in Italia da 1 a 4 milioni, secondo quelle rilevazioni o ipotesi che fanno i media che cavalcano l’opinione pubblica e organizzano confronti sul tema del fruttarismo o più in generale sulle alimentazioni alternative al consumismo dell’obesità e dello spreco inquinante.
Il principio filosofico del vero fruttariano aveva come modello da evitare il “cogito ergo sum” del geniale onanistico Cartesio, corretto e rediretto verso il più empirico e matematico “logico, dunque sincrono?”. Laddove la comparazione empirica e teorica produceva modelli complessi, la cui efficacia operativa veniva verificata da sincroni storici, eventi a conferma, emergenti da una ciclicità algoritmica tanto informatica quanto fisiologica. Basta leggere le velocità di conversione dai vizi alimentari correnti al melarianesimo per vederne l’irrealtà e la pericolosità per gli sprovveduti.
Il fruttarismo è il Dna che si affaccia in una civiltà ancora approssimativa, e richiede molta tempistica, accuratezza e complessità, che è quella mancata al semplicistico buonsenso del Prof. Calabrese, come allo sfrenato barocchismo scientista utopistico dei melariani, o meglio ipotetici “polpariani”. In tutte queste disinformazione i fruttariani non hanno colpa. Gli estremisti affliggono tutte le scienze, religioni e movimenti politici. Non per questo si abbandonano scienze, religioni o politica.
Giorgio Fabretti
Per fortuna la forma di questo articolo ne rende praticamente impossibile la comprensione.
Del resto una persona che confonde “semi” con “frutti” manca delle basi minime di biologia e fisiologia vegetale per parlare dell’argomento con cognizione di causa.
Gabriele, per fortuna invece è chiarissimo e Giorgio Fabretti da esperiente professore universitario ben descrive la pantomima farzesca del movimento che stai seguendo.
Io ti conosco da poco e forse non sai che il movimento(e alcune persone) che hai rappresentato in TV, negli anni passati sono riuscite a mettersi contro, personaggi stimatissimi del nostro ambiente, come Valdo Vaccaro, Giuseppe Cocca, Giorgio Fabretti e tanti altri ricercatori e conferenzieri con anni di esperienza che hanno bollato le vostre teorie
come grosse balle e menzogne in arguti e incisivi articoli o note. E’ un bel record…. ma questo fronte comune qualcosa te la pensare ? O pensate che loro sono tutti folli da offendere o infangare ? La presunzione di essere migliori di tutti non vi fa ancora vedere la realtà della enorme critica nei vostri confronti ?
Giorgio potrà anche presentare un fruttarismo discutibile, ma almeno ci si può dialogare assieme senza essere offesi.
Da quel poco che ho visto e ascoltato mi sembri una brava persona, ma lasciando da parte i vostri cavali di battaglia come arance killer e mela frutta perfetto, a mio avviso in pubblico la comunicazione deve essere gestita in modo differente.
Facciamo un esempio semplici …affermare l’uomo è malivoro è una grossa responsabilità, ma anche un grosso errore comunicativo !!! Primo la gente comune non sa neanche cosa significa, e secondo l’approccio è che vi presentate come quelli che sanno tutto.
Una delle critiche costruttive sarebbe nel migliorare la forma con cui vi presentate e nell’ inserire sperimentazione reale e su larga scala con durate e risultati migliori sulla salute.In una precedente conversazione via mail con Giuseppe Cocca, ho apprezzato i suoi suggerimenti su come sarebbe stato meglio dire le cose presentandole come vostre ricerca e valutazioni personali e non come verità assolute:
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Per esempio questa sarebbe il linguaggio condivisibile che sarebbe utile proporre come presentazione globale del vostre credenze:
1) Ho scoperto che per me e altri che condividono il mio percorso, sostituire il digiuno con una “cura” di mele, da più risultati sia dal punto di vista fisico emotivo che mentale..
2) Abbiamo scoperto che mangiando più mele, mele rosse stark, abbiamo avuto, ecc..ecc..
3) Dalle nostre esperienze e diverse letture ci verrebbe da affermare che le mele rosse erano e forse sono ancora il cibo d’elezione dell’umanità..
4) La maggior parte di noi che sta sperimentando questo percorso, ha abbandonato le arance, per diversi motivi..
5) Anche se quasi tutta la frutta è stata selezionata, ed è frutto di innesti, pensiamo (e speriamo) che la mela rossa è quella che più si avvicina alla mela originaria..
6) Siamo convinti anche se non è completamente dimostrabile scientificamente, che le mele, con forte probabilità potrebbero essere originarie dell’africa e forse anche il cibo originario dei nostri progenitori.. e siamo alla ricerca di ulteriori conferme..
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