La dieta FruttaLiana

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Scrivere in merito a stili alimentari naturali e diete salutiste di questi tempi è arduo, soprattutto se a tutto ciò aggiungiamo la pretesa di mettere il corpo in condizioni di guarire da patologie in atto, ma tant’è che il metodo esposto nel libro Fruttalia raggiunge proprio questo scopo.

Con una grande differenza però: il buonsenso e la semplicità.

Con un linguaggio facile e a tratti colloquiale, Fruttalia fa riscoprire (e ripartire) le capacità innate del corpo di ripristinare lo stato di salute perfetto, usando la dieta ideale dell’uomo come strumento principe.

Spaghetti-di-zucchine-con-olive-verdi-1

Contestualmente, poiché sempre più persone ricercano il benessere attraverso un’alimentazione consapevole e, con il moltiplicarsi di correnti di pensiero con relative varianti, è ormai indispensabile usare terminologie precise per evitare di creare o di cadere in confusione: scoprirete tra breve cosa significa realmente la dieta “Fruttaliana”.

In molti si sono trovati di fronte questa parola, che sembra simile alla parola “fruttariano”, ma che in realtà ne è il livello precedente differenziandosi solo per una consonante.

Abbiamo usato la parola “dieta” per praticità, ma personalmente preferiremmo usare la parola “stile alimentare” , in quanto la parola “dieta” secondo noi, è restrittiva, e legata a concetti “nutrizionistici” da cui ci discostiamo,  del tipo il calcolo delle calorie  (vedi articolo La farsa delle calorie), oppure i quantitativi alimentari (devi mangiare 120 gr di quello e 300 di quell’altro etc etc ). Lo stile alimentare invece è qualcosa che ci contraddistingue meglio e da l’idea di libertà e personalizzazione che è un altro aspetto dello stile fruttaliano.

Una delle più grandi differenze tra un essere vivo e uno morto, è la capacità di auto-ripararsi. Come un elastico che torna nella sua condizione naturale dopo essere stato stirato, anche il corpo umano ha dentro il DNA un modello di innata perfezione a cui tende nel momento in cui qualcosa lo danneggia. La salute è perciò una qualità che abbiamo già al nostro interno e questa informazione è di primaria importanza perché mette in evidenza l’assurdità di ricercare nei fattori esterni la panacea dei mali.
Qualsiasi rimedio che inserisce qualcosa dentro il corpo con lo scopo di ripristinare la salute è in evidente antitesi con la natura.

Ciò che mangiamo, dunque, sarà di sostentamento solo quando non aggiungerà nulla di alieno alla dieta corretta o, al contrario, le sostanze nocive introdotte inizieranno a stimolare il corpo per difendersi dai veleni e, subito dopo, di riparare i danni subiti per poi riportarsi nella condizione di salute iniziale.

Per questo motivo, la conoscenza della dieta ideale dell’Uomo è di fondamentale importanza per iniziare qualsiasi percorso di salute.

Partendo da questo assunto, è spontanea la domanda: qual è la dieta ideale dell’Uomo?

Zemanta Related Posts ThumbnailSi ottiene la risposta semplicemente continuando ad osservare il mondo :  Tutti gli esseri viventi, flora e fauna, si alimentano di cibi crudi e anche l’uomo dovrebbe perciò cibarsi solo di essi. La cottura è un passaggio aggiunto, per cui significa che ad un certo punto qualcosa nella cultura umana ha fatto “involvere”  il sistema-alimentazione.

Qual è l’unico cibo che possiamo mangiare crudo sempre e per cui i nostri sensi sono molto sensibili? La frutta.
La frutta è un ‘esplosione di gusto e la sua dolcezza ci attrae particolarmente; non necessita di elaborazioni o preparazioni perché già pronte all’uso ed inoltre assorbiamo perfettamente il suo contenuto in maniera diretta, ovvero senza innescare la digestione.
Questo e molti altri aspetti testimoniano che la dieta ideale dell’Uomo è la frutta o, detto con una terminologia ormai diffusa, l’Uomo ha come ideale una dieta fruttariana.
La modernità ha però reso impossibile avere la frutta di un tempo, riempiendola di pesticidi, annacquandola e, peggio del peggio, a modificarla geneticamente. Vi è perciò l’esigenza di trovare frutta quanto più sana possibile ed, in ogni caso, cercare un compromesso accettabile.

Aggiungiamo poi il fatto che viviamo in un “mondo malato” fatto di città logisticamente e socialmente, ma sopratutto ecologicamente, molto lontane dall’essere luoghi sani per la nostra specie. Mancano gli orti , i frutteti, e anche quando li troviamo nei parchi, pochi sono i “naturisti” che si cibano di quei frutti cittadini.

Quindi che fare…. ?  Vivere in ecovilaggi tropicali ?   Uscire dalle città e crearsi i propri spazi verdi coltivandosi il proprio cibo ? Oppure trovare dei compromessi  nel frattempo di un cambiamento graduale comunque già in atto da diversi anni?

Ed è per questo, che alla dieta fruttariana oggi sia indispensabile avvicinare una dieta che comprenda anche i vegetali ed è da questa consapevolezza che è stata aggiunta la “L”: fruttarianesimo + vegetalianesimo (dieta vegetale,  oggi spesso scambiata con la parola Vegan) = FruttaLianesimo o Fruttalismo ovvero un’alimentazione basata su frutta e verdura, ad un più alto contenuto di frutta.

E’ quindi uno stato alimentare stabilmente sostenibile per l’uomo moderno, per l’uomo Fruttariano cittadino,  ma è anche un passaggio di transizione sicuro verso la dieta fruttariana pura  simbiotica, che rappresenta il massimo livello alimentare di scambio con la natura.

Ad oggi sono migliaia le persone che seguono questa alimentazione davvero naturale e, insieme ad uno stile di vita che comprende il movimento fisico, stare tanto all’aria aperta e uno stato mentale ed energetico positivo, hanno ottenuto una salute e un ringiovanimento fisico che sembra avere del miracoloso.

Ma è la Natura la vera artefice di questo miracolo ed essa è dentro di noi, dentro le nostre cellule e dobbiamo solo cercare di ritrovarla dandole la giusta importanza e il massimo rispetto. Questo è buonsenso.

Attraverso il libro Fruttalia, ormai giunto alla sua terza edizione, è possibile apprendere le conoscenze e le informazioni utili per ritrovare la salute in maniera completa e duratura; in quest’era virtuale, Fruttalia rappresenta un sistema concreto ed efficace alla portata di tutti. Un metodo, un percorso flessibile, ed elastico, fatto di buon senso e semplicità con i limiti determinati solo dalla fantasia di chi lo segue.

Grazie a tutti.

Fruttalia 3a edizione Qui di seguito un estratto dalla  3a edizione di Fruttalia (in tutte le librerie  dal prossimo settembre in tutta Italia):

” Partiremo dalla condizione standard, ovvero la più diffusa, fino ad arrivare al fruttismo.

Onnivoro: l’alimentazione è composta da cibi crudi e cotti, dai vegetali a quelli animali. La convinzione di questo tipo di alimentazione è che il nostro corpo ha bisogno di tutta una varietà di alimenti per il proprio sostentamento. I danni causati da questo stile alimentare, che normalmente  iniziano a essere molto evidenti dopo i 30/40 anni, sono così alti che negli ultimi anni molte persone se ne sono allontanate.  Se si vive una vita serena e se si mangia in maniera frugale, si riesce a sopportare molto meglio di danni acidificanti di questa alimentazione.

Vegetariano: Dalla precedente, sono esclusi solo i cibi animali, ovvero carne e pesce. Si mangia sia crudo che cotto. Spesso il passaggio verso il vegetariano è fatto per motivi etici. Negli ultimi anni, con l’aumentare di informazioni riguardo la nocività della carne, aumentano le persone che compiono questa scelta per motivi di salute e prevenzione.

Vegano: sono esclusi tutti i cibi di origine animale, come latticini, miele e uova. I cibi sono sia crudi che cotti. Questo tipo di alimentazione è molto spesso la conseguenza di uno stile “Vegan”che abbraccia in toto la diffusione di uno stile altamente etico verso gli animali e la natura. Spesso si eccede nel consumo di cereali o di surrogati dei precedenti cibi “animali” con la credenza di dover sostituire quei cibi invece che eliminarli del tutto.

Vegano-crudista: variante del precedente escludendo i cibi cotti. Vengono consumati cibi interamente crudi con la sola regola di non superare una determinata temperatura per non perdere le proprietà di attivazione enzimatiche nel nostro corpo.   Alcuni alimenti consumati nella dieta crudista non sono in linea con l’alimentazione fruttariana come i semi (noci, mandorle, pinoli).I tre precedenti stili di alimentazione rappresentano, a oggi, l’argine ultimo che la cultura ufficiale ci ha voluto far conoscere. Seppur tra mille raccomandazioni, integratori, paure e false informazioni. Il messaggio propagandistico che oggi passa è: se sei vegetariano sei un buon salutista, confermato e certificato anche dall’ex ministro Veronesi oltre che da una decina di personaggi patinati, mentre se sei vegano sei davvero colui che rispetta l’ecologia.  L’importante è che tu stia attento soltanto alla vitamina B12, perché in fondo sarà l’unica cosa di cui avrai carenza (ma possono passare anche 20 anni…). Ma oltre la cortina fumogena della disinformazione vi è chi ha saputo guardare:

Fruttaliano: solo cibi di origine vegetale, ovvero frutta e verdura,  sia cruda che cotta

Fruttaliano-crudista: variante del precedente escludendo i cibi cotti.

Fruttariano: si alimenta di sola frutta cruda preferibilmente dolce.

Fruttariano simbiotico: si alimenta di sola frutta cruda colta e mangiata dagli alberi che incontra o che lui stesso cura. Vive in perfetta sintonia con la natura. Questo è un livello utopico per il tipo di società in cui  viviamo.

Luca Speranza e Silvio Sciurba
(Prima Pubblicazione Luglio 2014)

Leggi anche un articolo ispiratore di questo in cui parliamo di dieta fruttaliana e gradini

Un ponte sicuro verso il fruttismo


Macrolibrarsi
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Raw Food

15 COMMENTI

  1. In molti promuovono una dieta frutto vegetale…….

    Il Dott. Cocca Giuseppe e il Prof. D’Elia spiegano perché la frutta disponibile oggi non è sufficiente a fornire tutti i nutrienti necessari al nostro benessere…ed è necessario integrare con ortaggi e verdure…lasciando i pasti con prevalenza di frutta o verdura distanti tra loro…
    Chi conosceva A. Elia sapeva che era uno scienziato, un appassionato, un idealista e anche una persona con forte senso dell’umorismo.. Per lui il fruttarismo era l’idealità.. riporto un suo scritto in modo integrale:
    “si è già accennato in precedenza che secondo alcuni studiosi la frutta andrebbe integrata con altre parti tenere e succose di vegetali; condividiamo tale opinione, ma poichè condividiamo anche la tesi di Cornei, Tallarico, Carquè, ecc., che cioè i nostri più antichi progenitori arboricoli si nutrivano “solo” di frutta, siamo tenuti a spiegare questa nostra apparente contraddizione. Anzitutto, la frutta che i primi uomini mangiavano da arboricoli nella foresta intertropicale era, in quanto a capacità nutrizionale, enormemente superiore a quella di oggi esistente. La frutta d’oggi è infatti il risultato di migliaia di anni di frutticoltura che, dovendo commerciare con i prodotti della terra, lo fa utilizzando dei criteri di produzione della frutta basati su: rendimento della pianta, colore, taglia, gusto, struttura, conservabilità, facilità di raccolta, sicurezza e continuo incremento del profitto. Insomma, la produzione odierna di frutta è profondamente artificiosa, mentre la frutta che nutriva l’uomo preistorico era il prodotto del libero giuoco delle forze vitali dell’aria, del suolo, delle arcane forze della natura, era figlia della luce, scrigno di energia solare, viva e vitalizzante, non cresciuta sotto lo stimolo anormale dei concimi chimici, dei diserbanti, degli anticrittogamici, i cui residui rendono oggi talora la frutta financo pericolosa per la nostra salute. c’è un abisso, dunque, tra la frutta che nutrì i primi uomini e la frutta d’oggi. L’uomo odierno a dire il vero comincia a rendersi conto che la frutta nutre poco e male e ha perduto i sapori della frutta “antica” di cui si sente la mancanza. Ed ecco sorgere, allora, iniziative tipo “archeologia dell’albero da frutta”, “banche del seme”, e soprattutto coltivazioni biologiche. Un esempio: la pera cosiddetta “spina” è la “pera antica”, bitorzoluta, contorta, decisamente brutta se guardala con l’occhio dell’esteta tradizionalista per il quale la pera, quella addomesticata, deve avere la forma classica e basta. In Italia di alberi di pere “spina” ne restano ormai pochi, destinati a sparire perchè la gente vuole pere “belle” di parvenza e non nodose e brutte:anche se poi chi le assaggia rimane estasiato per il loro sapore, ormai non più riscontrabile nelle pere “moderne”, frutto di cultivar, incroci, innesti, manipolazioni genetiche, fitonnoni, ecc.. Lo stesso discorso vale per molte varietà di mele in via di scomparsa, come le mele “zitelle”, per esempio. Deciso scadimento quindi, del valore nutrizionale della frutta moderna nei riguardi della frutta “antica” e quando diciamo “antica” ci riferiamo appena ad un secolo fa o già di là; ma a misura che andiamo a ritroso nel tempo la differenza si fa, ovviamente, sempre più marcata, tanto che riesce difficile solo immaginare quale potenza nutrizionale riservasse la frutta che servì alla nutrizione e alla crescita delle primissime generazioni dell’uomo arboricolo e fruttariano. Abbiamo detto sopra che la gente ha cominciato a capire che la frutta odierna, nonostante che continuiamo ad essere da essa attratti, non solo nutre poco ma nutre anche male. Qui appresso spieghiamo perchè. Per effetto dei trattamenti e delle selezioni che l’uomo, come abbiamo prima accennato, applica in agricoltura e particolarmente in frutticoltura, la frutta prodotta è caratterizzata soprattutto da un eccessivo tenore di zuccheri. Ora, è vero che il nostro organismo funziona proprio grazie allo zucchero, ma è anche vero che lo zucchero, come qualsiasi altro alimento, per essere assimilato, deve trovarsi associato con vitamine, specialmente quelle del gruppo B, minerali, aminoacidi ed altri elementi nutritivi, con i quali costituisce un fitocomplesso equilibrato ed armonico. L’eccesso di zucchero oggi riscontrabile nella frutta crea invece squilibrio e disarmonia, per cui l’organismo non è in grado di utilizzare tutto lo zucchero presente nella frutta: ecco perchè si disse che la frutta d’oggigiorno fa correre il rischio di nutrire “anche male”. Come ovviare a questo squilibrio? Includendo nella nostra dieta una consistente quantità di alimenti non zuccherati, in particolare verdure crude ed ortaggi vari, che forniscono in abbondanza vitamine, minerali ed aminoacidi essenziali, indispensabili per ottenere una nutrizione equilibrata.L’aggiungere verdure ed ortaggi alla frutta, anche se questa rimarrà quantitativamente preponderante, è, quindi, un “correttivo”? Certamente, è un utile correttivo. Naturalmente, sia la frutta che le verdure e gli ortaggi, per conservare la loro efficacia nutrizionale, devono essere consumati crudi ed è anche buona norma utilizzarli in pasti separati. Ma aggiungiamo subito che si tratta di un correttivo “temporaneo” e qui di seguito spieghiamo perchè diciamo che è temporaneo. Abbiamo visto – riassumiamo – che la frutta odierna, rispetto alla frutta che nutrì l’uomo preistorico, difetta di potere nutrizionale (e si cerca nell’attuale processo, in atto, di riavvicinamento alla natura, di coltivarla biologicamente, come rimedio primo), ma eccede, invece, in contenuto di zuccheri (glucosio/fruttosio) (e si cerca di ovviarvi proponendo di accompagnarne il consumo con ortaggi, che potranno, così, partecipare all’approvvigionamento di proteine). Poiché, come è evidente, si tratta di una situazione, quella attuale, “in movimento”, a misura che progredirà l’agricoltura biologica, migliorerà anche la qualità della frutta attuale, i cui lati negativi (eccessi e difetti sopracitati) si attenueranno gradualmente e alla fine scompariranno.Ovviamente, quando la frutta riacquisterà totalmente le caratteristiche che permisero il pieno affermarsi dell’uomo preistorico arboricolo e fruttariano, cesserà il bisogno o la semplice convenienza di ricorrere agli ortaggi e l’uomo tornerà ad essere fruttariano al 100% e sarà quello un grande giorno, che riteniamo non troppo lontano, dato l’incoraggiante crescente interesse per questo così importante problema.”
    Questo scritto potrebbe essere considerato una piccola pietra miliare del crudismo, in cui Armando divide il discorso “ideale” da quello pratico e funzionale, anticipa di anni gli studi della Victoria Boutenko, le foglie verdi sono importanti.. per la Boutenko, perché il “verde fa parte della normale dieta degli scimpanzé (25/30%)…per Armando perché non abbiamo la frutta delle origini (e anche non viviamo nel posto delle origini).. è interessante notare che anche se con motivazioni diverse questi 2 autori arrivano a conclusioni simili..

    Aggiungo che anche in molte fasi di vita dell’ “uomo cittadino”, che ha vissuto anni di alimentazione errata, e di eccessi di tutti i tipi….ed ha vissuto, non solo lontano dalla natura ma anche dal clima tropicale, ha bisogno di…foglie e verdure anche per motivi di pulizia interna. .. quella che Ehret chiamava scopa intestinale, per spazzare e pulire i residui dovuti a stress e vecchie tossine ancora non espulse completamente.

  2. […] Sostengo la tesi che il fruttarismo integrale di frutta dolce sia possibile……ma non nella maniera,  in cui molti hanno intrapreso questo cammino, spesso troppo veloce.  E comunque non dico che sia facile, tutt’altro , credo solo che ci voglia studio del proprio corpo, molta pazienza, e costanza…… Io anche ho commesso errori di valutazione in passato, e tuttora a volte inciampo nel percorso, ma appunto con la differenza che continuo a cercare, e provare in un ottica di crescita evolutiva verso benessere e salute. Una dieta fruttariana dolce e integrale, nell ottica del fruttarismo simbiotico…..e del fruttarismo tropicale razionale , è possibile, ma vivendo in Italia con condizioni invernali non propriamente ideali per la frutta, e anche per motivi di transiizone lenta e graduale preferiamo promuovere una dieta Frutto-vegetale , molto più stabile, facile ed immediata da seguire e che potete approfondire qui: Dieta Fruttaliana  […]

  3. salve, mi chiamo giovanni campagnolo e sono vegetariano da tanto tempo. Volevo chiedere che cosa un fruttariano mangia in inverno quando scarseggia la frutta di stagione locale e se si risschia, mangiando troppa frutta d’inverno, di raffreddarsi e percepire il freddo in modo grave. Un’altra domanda : vi risulta che la frutta possa provocare artrosi o reumatismi ? So che i pareri sono discordanti. Voi come la pensate ? Vi ringrazio per la vostra gentile risposta

  4. Ciao Giovanni, la mia visione sull’alimentazione a base di frutta in inverno è frugale a base di frutti stagionali e verdure. Poi come dico sempr eon abbiamo dogmi e se uno si vuol fare una zuppa non credo ci sia problema, anche se in un cammino di Ri Evoluzione naturale la voglia sarà sempre più di cibi naturali frutto vegetali.
    La visione fruttaliana è aperta e flessibile sul crudo e cotto a scelta personale e sulla possibilità di cucinare alcune verdure a foglia verde cruda e cotta, che aiutano il transito intestinale.
    La frutta non provoca ne cura alcunché, ma può coadiuvare miglioramenti sensibili e significativi se accompagnata da uno stile di vita sano, che includa corretta respirazione, movimento fisico adeguato e condotta mentale senza stress.
    Quindi non credo che provochi i disturbi da te citati, a meno che esistano già in forma latente e in qualche modo la disintossicazione di una alimentazione naturale li faccia venire alla luce . In questo caso, basterebbe prtare a termine in riposo il processo di depurazione dell’organismo per riabilitare la guarigione innata di ogni organismo.

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