Cosa mangerebbe l’uomo in uno “stato di natura” ?

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Abbiamo già affrontato l’argomento, ma qui lo esponiamo in una forma che vuole portarvi a ragionare, ad aprire gli occhi e la mente, incoraggiare l’uso del buon senso. Vogliamo proporvi quindi un gioco di immaginazione;

Se vi trovaste nudi, in mezzo la natura allo stato brado, nell’habitat più vicino a quello ideale per il genere umano, disponendo solo del vostro corpo e del vostro ingegno, senza attrezzi di alcun tipo e, nel nostro esempio, non avete mai visto la civilizzazione, non avete cultura, non siete legati ad alcun tipo di tradizione o rituale… che tipo di cibo cerchereste per sfamarvi?
Immaginatevi davvero in una situazione del genere, dove vi trovate? Vicino una jungla tropicale? Vicino un fiume? Nei pressi di una foresta? Il vostro giaciglio è una grotta o avete usato dei rami e foglie?
Siete nati e cresciuti in quel modo, voi e la natura incontaminata che, nel bene o nel male, vi sfama ma, allo stesso tempo, nasconde mille insidie e pericoli. La fauna intorno a voi non è tutta amichevole e sapete bene, perché lo avete imparato con l’esperienza, che stare sottovento può essere molto pericoloso, lasciare tracce può portare ad incontri non piacevoli e, peggio, farsi male potrebbe seriamente voler dire morire.
Dunque riflettiamo insieme.
Mangereste formaggi o latte? Sicuramente no. I formaggi in natura non esistono, da adulti non berreste il latte delle altre donne, e altrettanto di sicuro non cerchereste altri animali per andare a succhiargli il latte.
Cerchereste la carne? Considerati i limiti fisici dell’uomo come l’essere lento, non avere zanne e artigli, non essere particolarmente forte e avendo solo l’ingegno a disposizione, osereste addentrarvi ogni giorno a caccia, sapendo che potreste essere cacciati? Rischiereste di farvi male cadendo, slogandovi una caviglia, tagliandovi? Anche raggiungendo una preda, come potreste aprirla e pulirla senza attrezzi? Cerchereste di mangiare le interiora crude, come fanno i carnivori propriamente detti oppure addentereste la carne dei muscoli come fanno gli animali spazzini? Gli animali già puzzano al nostro odorato e se gli aggiungiamo l’odore del sangue che stomaco bisognerebbe avere solo per reggere l’odore… figuriamoci nel mangiarlo.
Se stai pensando alla cottura… no, siamo un passo indietro. Fino a quel momento non hai mai visto il fuoco, né ti è mai servito perché, come tutti gli esseri viventi, hai vissuto senza cuocere il tuo cibo perché in natura si mangia solo crudo.
Quanto è grande la tua preda? Come un coniglio così la puoi portare al campo e sfamare la famiglia oppure grande come un cervo, o una gazzella, da trasportare in spalla o i due persone lentamente fino al campo, lasciando una scia di odore senza poter essere attento ai movimenti degli animali intorno? I tuoi bambini mangerebbero poi la carne cruda?
Senza cottura, senza condimenti, inzuppata di sangue… è un piatto che vi piacerebbe mangiare oggi nella vostra vita reale?
Il vostro fegato, il pancreas e il vostro stomaco sono capaci a digerire grandi quantità continue di questo alimento?
Oppure mangiare carne significherebbe mangiare i resti degli animali, magari già pieni di mosche e vermi?
Sinceramente, vedo difficile uno scenario del genere.

Il cibo che, invece, più spesso vi trovereste a mangiare è la frutta.
Il suo profumo (e quello dei fiori) è gradevole al nostro naso, ne siamo attratti tanto quanto siamo repulsi dalla puzza di un’animale. E’ comoda da raccogliere, e anche arrampicarsi su un albero non rappresenta un problema.
Esistono in natura molti più frutti di quanti non ne troviamo oggi nei mercati , come l’asimina triloba, o banano di montagna, resistente al freddo inverno,o il giuggiolo, ma anche le bacche (dalle more ai corbezzoli). Di sicuro anche alcuni baccelli, pensando alle carrube per esempio, sarebbero un pasto semplice e gradito.
L’alta percentuale di acqua nella frutta, riesce a compensare l’eventuale assenza di corsi fluviali e la grandezza della frutta ne permette facilmente il trasporto. Ne basta poca per saziarsi perché il senso della sazietà non arriverebbe dallo stomaco pieno, ma dalla chimica del sangue poiché è già dalla bocca che inizia l’assorbimento.
Anche quando abbiamo appena finito di mangiare dobbiamo essere in grado di correre e scappare, buttarsi in acqua e nuotare!
Probabilmente succhieremmo qualche legno, particolarmente dolce o aromatico, e non saremmo troppo preoccupati se è sporca di terra o è presente qualche insetto.

Qualcuno la cui educazione scolastica lo ha convinto che l’uomo ha un’alimentazione onnivora, forse potrebbe a questo punto pensare: “Se non mangio da due settimane e non trovassi frutta, mi sa che mi fionderei sulla prima carcassa che trovo! La fame acceca la ragione…”

Io non credo che accadrebbe davvero. Come dire che un leone che non mangia da diverso tempo, si va a mangiare una banana, o un mango… Ne avete mai sentito parlare?

Ma poi, al di là di mangiare carne putrefatta in una condizione igienica inesistente, piena di mosche e vermi, ma avete mai sentito l’odore che emette una carcassa in putrefazione? Sono venuti anche a voi i conati di vomito?

Forse, in una condizione di scarsa frutta, non sarebbe più facile sgranocchiare qualche foglia o gambo? Sgranocchiare qualche radice o aprire qualche noce?

Finiamo qui il nostro gioco di immaginazione.

Perché quindi tutta questa differenza con l’alimentazione dell’uomo moderno?
Perché ad un certo punto ha sentito la necessità di sfidare i pericoli, inventare per poi usare una tecnologia pericolosa (fuoco) per rendere meno tossico un cibo altamente tossico (come la carne cruda), creare i formaggi con i succhi gastrici degli agnelli e cessare di essere a contatto con il suo habitat naturale?

Vi lasciamo questi spunti di riflessioni, non volendo in questo articolo dilungarci in argomenti non proprio semplici. Approfondiremo questi argomenti nel prossimo libro ma vi lasciamo con una traccia da seguire.
Per capire perché ad un certo punto l’umanità perde la sua naturalezza, consigliamo di approfondi il materiale di professori come Erich von Däniken, Zecharia Sitchin, o il torinese Mauro Biglino.

Se vuoi imparare degli aspetti pratici e modificare la tua dieta affinché, come diceva Ippocrate, il cibo sia la tua medicina e la tua medicina sia il tuo cibo, leggi e rileggi il libro Fruttalia, dove troverai tutto ciò che ti serve sapere per iniziare.

Grazie !

Elaborato e redatto: Silvio Sciurba e Luca Speranza

 

 

 

 


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