Nella prima parte di questo articolo abbiamo dato un senso a cosa dovrebbe essere considerato biologico e cosa no.
Con questo articolo vogliamo fare una riflessione, scendendo maggiormente nel dettaglio ed analizzando cosa stiamo realmente mangiando e le conseguenze.
BIO è una certificazione e, come tale, presenta un disciplinare da seguire, dei costi e degli enti certificatori.
Perché negli anni ’90 si è andati verso questa direzione?
Perché negli anni ’70 si sono introdotti i pesticidi in modo massiccio nell’agricoltura e, più recentemente, i temibili OGM.
Nel mondo e soprattutto in Italia, si è sentita una forte esigenza di tornare verso un’ alimentazione meno nociva per cui, nella jungla dell’industria alimentare, si è optato per l’introduzione di regole agricole più restrittive.
Per chi non lo sapesse, esistono anche i detrattori del Bio, enti e studi “scientifici” che sconfessano la maggiore salubrità del cibo Bio, ed invitano le persone a mangiare con tutta tranquillità cibi coltivati attraverso il metodo convenzionale, detto anche tradizionale.
Da notare come le coltivazioni intensive che fanno largo uso di pesticidi siano definite “tradizionali”, come se i nostri nonni e bisnonni avessero usato da sempre queste tecniche… E’ il solito mondo delle etichette marketing che altera la percezione della realtà: un mondo fatto di vacue illusioni di sicurezza.
Poniamo un attimo l’attenzione sul prezzo e sulle conseguenze che genera.
I costi per le certificazioni e le rese per ettaro inferiori fanno lievitare considerevolmente i costi di produzione e, di conseguenza, i prezzi al consumatore finale. Se uniamo questo fatto alla crisi economica da una parte e un diffuso disinteresse per la salute dall’altra, si comprende come un cibo di qualità che fino a qualche anno fa era per tutti, ora si è trasformato in un prodotto di nicchia.
Se i vegetali non nutrono l’organismo a sufficienza, e magari con una alimentazione non vegana che inacidisce il corpo e lo impoverisce di minerali, la salute delle persone corre gravi rischi ed, infatti, il numero di malati è in costante in aumento.
Ahinoi, ma la maggior parte delle persone, distratte e pigre, non sanno fare bene i conti, altrimenti comprenderebbero come i soldi che non spendono in cibo di qualità, li spendono in medicine e li vivono in malessere.
Abbiamo un altro interrogativo che grava in generale sulla questione: se aria ed acqua sono inquinate, possiamo considerare i cibi davvero Biologici?
Perché pagarli per tali, quindi, se poi alla fine hanno certamente una qualità superiore ai vegetali convenzionali, ma di sicuro inferiore a quello che mangiavano i nostri nonni ?
Scie chimiche, falde inquinate, fiumi con liquami, e chissà cos’altro sono complici del business del farmaco e dell’impoverimento dei cibi.
Interrogativi non da poco se consideriamo come il marketing fa percepire i cibi Biologici come 100% salubri e sicuri e, con questo, giustificare i prezzi nettamente superiori.
Insomma…. non è tutto Bio-logico quel che luccica…
Come porre riparo a tale situazione?
La risposta è nell’adagio: “Il mercato è fatto dai consumatori” : una maggiore cultura, partecipazione e scelte intelligenti migliorano la vita per noi stessi e per gli altri.
Se un prodotto o una categoria di prodotti non viene più acquistata, prima o poi cesserà di essere prodotta. Più un prodotto è richiesto più l’offerta specifica aumenta e più il prezzo diminuisce.
Ciò che noi ci auguriamo è che sempre di più possa prendere piede una consapevolezza della propria salute e, di conseguenza, una scelta responsabile nell’acquistare cibo.
Per concludere, vogliamo ricordare a noi stessi ciò che consiglieremmo alle persone cui vogliamo bene:
- Comprare dai contadini di fiducia. Soprattutto nella bella stagione il prezzo scende molto rispetto i supermercati Bio.(ndr OrtiUbuntu del progetto Ubuntu)
- Comprare da Gruppi di Acquisto. In qualsiasi posto voi abitiate, potete entrare a far parte di un GA che vi assicura il miglior rapporto qualità/prezzo (ndr GA degli OrtiUbuntu del progetto Ubuntu)
- Comprare online. Oggi molti produttori hanno un loro sito e, grazie alle referenze, si può acquistare con grande tranquillità.
- Lasciare che sia la vostra bocca ed in generale i vostri sensi a riconoscere la qualità dei cibi che mettete a tavola e potete farlo meglio di qualsiasi marchio o certificazione.
Leggi anche la prima parte di Bio illogico.
Se hai dei consigli da dare, suggerimenti, approfondimenti o semplicemente se vuoi dire la tua, lascia un commento.
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