Siamo fatti per stare all’aria aperta, per correre, saltare, per giocare ed imparare, non per stare chiusi in scatole di latta chiamate automobili e in uffici davanti a dei computer, o ancora davanti a televisori per molte delle nostre ore giornaliere.
Biologicamente parlando abbiamo bisogno di maggior contatto con la natura, respirare aria pura, prendere sole ed ossigeno più di quanto non lo facciamo ora e le città non sono assolutamente pronte a soddisfare questa nostra esigenza.
Ovviamente il progresso e l’uso dell’intelletto può modificare, e già in parte lo ha fatto, il semplice concetto di “luogo per riparo” rendendolo migliore e sempre più accogliente, pur mantenendo fattori naturali come nelle più moderne case eco-sostenibili ad impatto zero. Anche il concetto di “riparo” andrebbe rivisto, in quanto il clima ideale per l’uomo dovrebbe essere tropicale o comunque temperato, in territori che presentano le condizioni ideali per la nostra specie si potrebbe stare più tempo e molto più a proprio agio all’aria aperta. I primi centri urbani che si conoscano e i luoghi dove gli archeologi hanno ritrovato i primi resti umani, indicano che dove è apparso l’uomo per la prima volta era presente un clima temperato. In questo caso anche “coprirsi” assume un altro significato. Oltre al senso del pudore, coprirsi dal freddo non è naturale. Se eravamo fatti per condizioni climatiche fredde, saremmo nati con la pelliccia come gli orsi o con altri sistemi biologici di difesa come quelli delle foche o dei pinguini.
La domanda da porsi è: in questo luogo riusciamo a rimanere per tutto l’anno senza coprirci, o quanto meno solo indossando capi estivi, senza risentire del freddo? Se la risposta è “Si”, allora quella è la nostra condizione ideale. Veniamo al mondo nudi e se siamo portati a coprirci a causa degli inverni rigidi, c’è qualcosa che ci sfugge e che andrebbe rivisto e migliorato. Qualcuno potrebbe giustamente affermare che però il il freddo gli piace, ma potrà mai rimanere nudo in quella condizione o dovrà comunque coprirsi? Credo che sia più probabile il secondo caso.
Per comprendere nella sua completezza il concetto di “vita naturale”, c’è bisogno di assumere un punto di vista differente da quello che siamo soliti avere. Non dico di vivere nudi, ma con pochi abiti leggeri sì, conservando per chi lo desidera il piacere di distinguersi.
Anche il concetto di “igiene naturale”, come lavarsi nel fiume o al mare, può essere migliorato con l’intelletto, non c’è bisogno di sostituire queste cose in modo artificioso o peggio ancora chimico, con additivi acidi nelle nostre acque domestiche.
In natura i nostri corpi sarebbero formati da muscoli, ossa e pelle, senza presentare accumuli di grasso che è l’innaturale forma che dobbiamo sopportare per parcheggiare gli acidi proveniente dalla nostra alimentazione eccessiva ed errata. E soprattutto in natura avremmo muscoli nuovi il cui sviluppo dipenderebbe da lavori fisici che non siamo più abituati a fare. Coltivare, raccogliere frutta dagli alberi, curarli, fare passeggiate in campagna sono tutti ottimi esercizi e per di più molto ossigenanti.
Sto trovando molte altre risposte in questa direzione e sto ancora sperimentando elementi nuovi e ideali per l’uomo. Uso comunque sempre il buon senso per proporle a me stesso e solo dopo aver confrontato diverse fonti che convergono sui punti sopracitati. E Come linee guide i binari di pensieri descritti qui “La filosofia dell’isola tropicale“
Per cui l’augurio per tutti di illuminare con questa visione le proprie vite e analizzare come possiamo cambiarle, semplificarle per vivere meglio in salute e benessere.
Grazie
Film (trailer) ”Il pianeta verde”